Gesù mio

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Pagg. 109
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 Leggendo e interpretando (rischiando, molto) i Vangeli

Descrizione

Presentazione

 “Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi, mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano “Salve, re dei Giudei!” E, sputandogli addosso, gli tolsero il manto e la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.”

(Matteo 27; 27-31)

E’ il racconto di un momento del supplizio di Gesù. Leggendo però questo libro di Stefano mi si è rivelato come una profezia che si sarebbe ripetuta per secoli. Quante volte la figura di Gesù, le sue parole, le sue azioni, i suoi significati profondi sono stati camuffati, forzati nei contesti, per obbedire alle impellenti necessità dei poteri del momento! Si sono serviti della sua figura essenziale, ma l’hanno rivestita e violentata molto di più di quanto abbiano fatto i soldati romani.

Leggevo il Libro di Stefano e mi passava davanti agli occhi Lui, Gesù-Joshua, Dio che Salva, imprigionato nel contesto dei pii Ebrei che costituirono il primo ostacolo alla diffusione limpida del suo messaggio. Poi dovette essere forzato nei concetti della società romana e dovette diventare di Nazareth, non più Nazoreo. Poi ancora fu costretto a formulare leggi e forme di peccato, dai quali era stato assolutamente estraneo. Poi ancora fu rivestito da giudice, implacabile condanna contro le eresie. Lui che aveva la mitezza come regola di vita e di contatto con Dio e con gli uomini!

Poi ancora, poi ancora. Per secoli. Di Lui fu presentato, spesso con violenza, soprattutto ciò che l’utile dei potenti del momento esigeva. E nessuno volle capire che l’inarrestabile dilagare del cristianesimo dipendeva solo dell’essenziale concetto del Suo Insegnamento: “ama il prossimo tuo”. Una piccola, umile strada percorsa ansimando tra folle infinite di schiavi, di miserabili, di poveri. Di gente venuta dal nulla che scardinò con la forza dell’amore anche i superbi, anche i ricchi, anche i potenti.

E fu costruita la “Religione” e furono innalzati templi magnifici, velando ciò che disse quando gli domandarono dove pregare. Infine, ancora oggi noi lo seguiamo come Il Cristo, cioè il Re. Che poi è soltanto la misera costruzione di un potere umano destinato a svanire. Ci diciamo Cristiani, seguaci del re. Non seguaci di Gesù-Dio che salva, che è l’essenziale del Suo Insegnamento.

In questo scritto, Stefano non parla mai del Cristo, ma solo di Gesù: colui che fu violentato dal potere, fino ad essere crocifisso. E lo presenta come ancora oggetto di violenza, in tutte le vicissitudini politiche ed intellettuali che hanno continuato ad apparecchiargli una croce perfino nella pagine del Vangelo.

Un libro che ha richiesto un grande sforzo mentale nell’essere composto, una grande fede nella ricerca della verità e che domanda al lettore una grande fede nella vera veste di Gesù-Dio-salva.

 

MARIO LOZZI

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Peso 0.3 kg

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